Eroine Fantastiche Ri - Vestite del 2016 ! - Un Guest Post di Lucius Etruscus

Tra qualche giorno il sottoscritto dovrebbe tornare a postare nel frattempo però vi lascio con il secondo post scritto dal della serie sulle tendenze fumettistiche d'oltreoceano dell'anno appena trascorso scritto dal buon Lucius Etruscus.
Come detto da altre parti ho appena concluso un lavoro temporaneo ( tirar cavi elettrici all' aeroporto di Tessera)  che se da un lato mi ha permesso di tirar su qualche soldino dall'altro mi ha tenuto lontano dal blog, in più il mio vecchio PC ha ripreso a tirarmi qualche scherzetto poco piacevole ( ogni volta che apro una schermata, qualsiasi browser sia, la pagina mi si piomba in basso alla pagina) Probabilmente si tratta di un virus oppure qualcosa altro. Ad ogni modo il lavoro è finito e venerdì dovrebbe venire un tecnico del computer a visionare l'apparecchio.
Quindi, dalla settimana prossima dovrei tornare a bloggare in maniera continuativa, nel frattempo ringrazio voi per la pazienza e Lucius per i suoi guest post. Invito tutti voi a seguire i molteplici blog di Lucius tra cui:

- 30 Anni di Aliens.

- il Zinefilo.

- Fumetti Etruschi.

Eroine fantastiche ri-vestite del 2016
di Lucius Etruscus



La narrativa fantastica popolare è fatta di eroi, personaggi forti che sappiano divertire e intrattenere i lettori spesso per lunghe decadi di prolifica attività, quindi è importante che gli eroi non siano troppo legati alle mode del momento perché rischiano di “bruciarsi”: per sfidare i decenni un protagonista dev’essere in grado di essere al di sopra degli stili e le manie di una sola epoca, così da durare virtualmente per sempre.
Nel 2016 la regina del pulp moderno, la Dynamite Entertainment, ha voluto infrangere questa regola di buon senso e fare un audace esperimento: prendere tre eroine storiche di cui detiene i diritti, tre personaggi nati molto tempo addietro, e... “ri-vestirle”. Sia nel senso di dare loro un nuovo vestito sia nel senso di vestirle. Essendo infatti tre eroine nate mezze nude: Red Sonja, Dejah Thoris e Vampirella, che il copertinista Tony Fleecs ha voluto ritrarre addirittura come bambine rockettare.




Dopo il successo internazionale di Twilight i mondi dell’intrattenimento si sono avventati su un “nuovo pubblico”, un’entità misteriosa che sembra essere aumentata di importanza: le ragazze giovani.
Storicamente il mondo del fumetto è maschile: non è un’affermazione maschilista e ci sono ottime autrici così come tante lettrici, ma finché a sborsare soldi per i fumetti saranno in prevalenza maschi in preda agli ormoni nulla
cambierà la tendenza. Se invece le case vogliono ampliare il mercato anche alle ragazze... be’, allora sì che qualcosa deve cambiare.



Nata nel 1973 dalla fantasia dello storico fumettista Roy Thomas, Red Sonja – che non ha nulla a che vedere con la Red Sonya di Robert E. Howard, se non una vaga idea – si presenta a cosce nude e sin da subito perde anche la cotta di maglia: il personaggio che in pochissimi anni conquista l’America è una fiera guerriera che gira in bikini d’acciaio e che nessuno oserebbe considerare “vittima” di maschilismo: nella sua lunga vita Sonja ha ucciso uomini per molto meno!
Dopo essere stata massacrata dalla Marvel, rovinata dal pessimo film di De Laurentiis, che la costrinse a sparire per dieci anni, rovinata da pessime case, finalmente nel 2005 la Dynamite fa rinascere Sonja e le regala un grande successo. (Così grande che addirittura qualche briciola sparsa è caduta pure in Italia, paese dove Red Sonja è praticamente inedita se non per sporadiche minime apparizioni.)
Nel 2016 però le regala l’umiliazione più grande: veste la guerriera mezza nuda per eccellenza! Con il Volume 3 del personaggio abbiamo una sorta di reboot – di quelli che piacciono tanto a case ben più note – e un vistoso ringiovanimento del personaggio: Red Sonja non è più una donna indipendente, fiera del proprio corpo e senza alcuna vergogna nel mostrarlo, ora è una ragazza in crisi di identità che cerca una strada nella vita.
Sicuramente è una condizione comune a molte ragazze, ma Sonja non c’entra nulla con le ragazze...

La stagione 2016 del personaggio è deprimente, a dire poco. Sonja rifiuta il regno di Hyrkania che le spetterebbe ma sul trono sale un cattivone che la vuole
tutta per sé, il solito bello e malvagio che sconvolge la donna... dandole un bacio! Dopo quarant’anni di lotta contro barbari e stregoni, rischiando la vita mille volte... ora Sonja arrossisce per un bacio? Ma quanto “young adult” la vogliamo far diventare?
Ad esclusione di alcune sequenze azzeccate, la saga è terribile e il suo messaggio tristissimo: il re cattivo prende tre guerriere volgari e le fa girare vestite con la vecchia “divisa” di Sonja, a dimostrazione che girare mezze nude significa essere donnacce.
Per fortuna questo scempio non ha successo, e a dicembre 2016 – mentre tutti i fan evidentemente agitavano i forconi sotto gli uffici della Dynamite – la casa rilascia un numero speciale della testata “Pathfinder” di ambientazione fantasy. Qui i personaggi del noto gioco di ruolo si ritrovano catapultati in universi paralleli e uno di loro si ritrova in un’arena... a combattere contro una splendida Red Sonja. Non la ragazzina smorfiosa e noiosa del 2016, ma la “vera”, grintosa, agguerrita e fiera Sonja di sempre: le due pagine in cui appare valgono più dell’intera saga dell’anno!
L’anno si chiude con il numero zero di una nuova saga, e conferma che rivestire e rendere ragazzina Sonja è stato un errore: questo 2017 tornerà più Sonja che mai... catapultata di nuovo nella New York dei giorni nostri.



Più sottile è stato il tentativo della Dynamite di rivestire Dejah Thoris.
Nata più di cento anni fa (1912) dalla penna di Edgar Rice Burroughs, la principessa di Marte – compagna di John Carter – è praticamente ignota in Italia, nella sua vita a fumetti: eppure le copertine in cui il suo giunonico corpo non lascia nulla all’immaginazione hanno conquistato l’America, ottenendo in tempi
recenti una testata tutta sua e sicuramente giocando alla pari con il protagonista John Carter, che teoricamente è il vero eroe di queste avventure marziane.
Come rendere una principessa nuda appetibile per una ragazza lettrice? La Dynamite pensa ad un classicone: un colpo di stato costringe Dejah ad abbandonare la corte e a nascondere la propria identità. Ecco così che non può andarsene in giro seminuda, come suo solito, costretta dunque ad una veste più morigerata e a cambiare nome.
Inizia così una classica avventura di fuga e redenzione, che se non raggiunge mai livelli appassionanti comunque rimane una buona lettura: la piaga del “young adult” scalfisce solo leggermente il personaggio.



La terza eroina “ri-vestita” è nata nel 1969 come parodia horror della celebre Barbarella, idolo dei fumetti di fantascienza francesi che proprio nel 2017 compie 55 anni, e che la Dynamite stessa pare omaggerà con un fumetto.
Sin dagli esordi Vampirella è la madrina sexy delle storie horror a fumetti pubblicate dalla Warren Publishing, e visto l’enorme successo di una vampira che girava nuda – con tutto il suo carico di doppi sensi nato dall’attività principale dei vampiri, cioè succhiare! – subito ottiene storie dove essere protagonista assoluta. Purtroppo gli anni psichedelici in cui nasce rendono le sue storie spesso illeggibili – e sì che per il mio blog le ho schedate tutte, con immane fatica! – comunque sin dalla sua rinascita targata Dynamite (2010) la sensualità del personaggio è praticamente azzerata: spesso e volentieri appare senza il suo storico vestitino succinto, anche perché ora lavora... per il Vaticano!

La Dynamite non è soddisfatta di aver reso asessuato un personaggio nato per titillare i lettori, così nel 2016 Vampirella decide di cambiare vita e di
trasferirsi in California, dove troverà ben altro tipo di vampiri – il jet set! – e di mostri ributtanti – i giornalisti scandalistici.
Nuova vita, nuovo vestito: Vampirella pensa che girare per le strade della California con il suo storico vestitino non sia appropriato – ma ha visto lì come va vestita, la gente? – e così opta per una tipicissima divisa da young adult, cioè qualcosa che i vecchi considerino appropriata per una giovane ragazza. Perché anche qui un personaggio nato donna, consapevole e decisa, si ritrova ragazza.
Per fortuna gli autori capiscono subito la stupidaggine che stanno facendo e già durante la serie fanno tornare la vampira al suo abito succinto, facendola trasformare durante un ComiCon: gli occhi esterrefatti dei ragazzi brufolosi sono il pubblico perfetto per Vampirella!
Dopo aver lottato con Ash nel mondo medievale di “Army of Darkness” e contro la Regina Aliena, in Aliens vs Vampirella, nel 2017 la nostra vampira preferita tornerà ai passati fasti: l’esperimento di ri-vestirla è fallito bellamente.



Chiudo con un’ultima eroina “ri-vestita”: Wynonna Earp, che dopo una carriera decennale a fumetti inedita in Italia è sbarcata anche sui nostri schermi con una serie televisiva a lei dedicata.
Discendente del celebre Wyatt Earp, nel 1996 inizia la sua vita per la penna di Beau Smith, che ne fa una pistolera discintamente vestita intenta a far fuori criminali demoniaci e creature sataniche. Già nel 2002 è tempo di cambiare, e la vestitissima Wynonna lavora per una società segreta e gestisce creature mostruose tenendo ben chiusa la scollatura, ma rimanendo una donna grintosa e affascinante. E ancora non va bene: nel 2016 le donne sono bandite dell’intrattenimento. Servono solo ragazze...
La IDW Publishing, che acquista e ristampa le sue precedenti avventure, presenta questo 2016 la versione a fumetti della serie TV, che mostra una ragazza vestitissima che sembra uscire da un qualsiasi romanzo rosa young adult: non che ci sia niente di male, ma semplicemente non assomiglia nemmeno vagamente a Wynonna Earp.
Una ragazza acqua e sapone serve ad assicurarsi il pubblico femminile, che evidentemente non vuole vedere donne affascinanti. Siamo però sicuri che le cose stiano così? Siamo sicuri che esista davvero questo grande pubblico di giovani donne pronto a spendere soldi per eroine vestite e piagnucolose e ragazze sciatte prive di fascino?
La Dynamite questo 2016 ci ha dimostrato che così non è, che probabilmente il grosso del pubblico che spende soldi per i fumetti è costituito da maschi amanti delle curve: ora tocca ad altre case scoprirlo...

Aliens e i suoi Fratelli- Un Guest Post di Lucius Etruscus.

I fumetti “fantastici” del 2016 

di Lucius Etruscus.

La prima settimana del nuovo lavoro è terminata, l'impegno è stato tanto e non mi ha permesso di scrivere niente per il blog, tuttavia non avevo voglia di lasciare troppo a lungo abbandonata la mia creatura. Per fortuna mi è venuto in aiuto il buon Lucius Etruscus che ha composto questo post, primo di una ideale serie di articoli sulle uscite fumettistiche d'oltreoceano.
Ringrazio Lucius per il suo aiuto ed invito tutti voi a seguire i suoi molteplici blog, tra cui:

- 30 Anni di Aliens.

- il Zinefilo.

- Fumetti Etruschi.

Ci sentiamo presto con un mio post.
Buone letture!

Il 2016 si è chiuso con un ricco bagaglio della forma di intrattenimento forse meno nota in Italia: la narrativa fantastica a fumetti. Non intendo i supereroi che invadono le nostre edicole, ma l’eredità moderna del fantastico classico: la fantascienza e il fantasy, con anche venature horror.
In questo inizio di anno nuovo ne approfitto dunque per segnalare ai lettori di Nocturnia alcune uscite a fumetti del 2016 che forse (anzi, in alcuni casi molto probabilmente) non usciranno in Italia.


1. Aliens e i suoi fratelli


Il prossimo 17 maggio arriverà nei cinema italiani Alien: Covenant di Ridley Scott, che è solamente una piccola deriva cinematografica di un fenomeno narrativo che non ha conosciuto sosta dal 1988, quando cioè la Dark Horse Comics ha iniziato a presentare storie nuove dell’universo di Aliens (1986) di James Cameron e da allora non ha mai smesso. Semmai ha contagiato altri a creare le proprie storie “aliene”, come sta facendo in questi anni la Titan Books con romanzi non sempre soddisfacenti.

Dopo un’infinità di storie autoconclusive, la Dark Horse Comics dal 2014 ha adottato una formula di più ampio respiro che si rifà molto allo stile delle grandi case (Marvel e DC): un incrociarsi di più testate che sviluppano un’unica grande storia aliena. Così per raccontarci il futuro della storia nata con Prometheus (2012) la casa coinvolge ben quattro testate: “Aliens”, “Predator”, “AVP (Aliens vs Predator)” e “Prometheus”. Dopo la lunga saga Fire and Stone – in cui approfondiamo il discorso degli Ingegneri del black goo, l’acceleratore evoluzionistico intravisto nel film – nel 2016 inizia un’altra lunga saga: Life and Death.




Il teatro degli eventi è il pianeta LV-223, quello dove si svolgono le vicende del film Prometheus, anche se siamo decine di anni più avanti. L’idea è così azzeccata che subito Ridley Scott ha cancellato il pianeta dalla sceneggiatura del suo secondo nuovo film alieno, Covenant appunto, perché non sia mai che il cinema sappia sfruttare le ottime idee del mondo del fumetto. (Lo dimostra il fatto che dopo l’enorme successo delle avventure a fumetti di Newt ed Hicks, la Fox abbia avuto la bella idea di ammazzare entrambi in Alien 3...)

I Colonial Marines della Weyland-Yutani stavolta scendono sul pianeta per controllare l’attività di una compagnia concorrente, e scoprono che una razza bellicosa – i Predator – sta proteggendo un relitto di provenienza sconosciuta. Lo scontro è terribile e dà il via alla fusione con il ciclo precedente, in cui i superstiti – come Galgo e il suo nuovo “amico” Ahab il Predator – e i nuovi protagonisti devono cercare di sfuggire anche ad un Ingegnere per nulla disposto al dialogo: l’annata si conclude con uno scontro fra titani... cioè fra un Ingegnere e una Regina Aliena!

L’unico difetto della serie è che Ridley Scott ha lasciato tutto in sospeso riguardo la razza degli Ingegneri, quindi la Dark Horse ha vistosamente paura a prendere decisioni in merito, ben consapevole che Scott è lì pronto a rovinare tutto. Così dal 2014 abbiamo degli Ingegneri che camminano senza che si sappia dove stiano andando, che non parlano perché non sappiano se ne siano in grado, che non fanno nulla perché non sappiamo che accidenti facciano nella vita. Nel momento stesso in cui uno sceneggiatore a fumetti aggiungerà qualcosa al non detto di Scott, uscirà un nuovo film che contraddica tutto, quindi bisogna andarci con i piedi di piombo.

Tutt’altro discorso per il piccolo capolavoro di Aliens: Defiance, che questo 2016 sfrutta il grande successo del videogioco Alien: Isolation (2014) e va ad agire in momento temporale inedito: quindici anni dopo l’incidente della Nostromo.



Poco prima che Amanda Ripley parta per andare ad indagare sul destino della madre – cioè la trama di Alien: Isolation – in un ospedale sulla Luna conosce una
soldatessa in riabilitazione: Zula Hendriks. Questa è ormai dipendente dagli antidolorifici e non sarà mai una Colonial Marine come sognava, quindi accetta di buon grado l’offerta dell’androide 
Davis1: impedire alla Compagnia di mettere le mani su un alieno vivo, per evitare che compia azioni pericolose e nefaste.

Inizia così una lunga avventura – ancora in corso – nell’universo grafico del primo Alien. Siamo lontani infatti dai toni militareschi di James Cameron – ricordo che l’universo a fumetti di Aliens nasce esclusivamente dal secondo film – e riappaiono le tute “da giocatore di cricket” del primo film del 1979. È un universo graficamente retrò e quindi molto intrigante, così come Zula e la sua maturazione interiore si rivela un personaggio assolutamente sorprendente.
Quando la missione di Zula e Davis1 di “bonifica aliena” si scontrerà con la violenta intenzione dei Colonial Marines di portare alla Weyland-Yutani un esemplare vivo, la donna dovrà decidere da quale parte stare...


L’anno ha visto anche alcune “collaborazioni aliene”, come per esempio il ritorno di un vecchio amico dall’espressione sempre imbronciata: Predator vs Judge Dredd vs Aliens, serie ancora in corso.
Lontano dalle Mega-City dei giudici, il folle dottor Niels Reinstöt (novello Moreau) sta studiando incroci genetici tra uomini e animali, usando come cavia un alieno e un Predator. I compagni di quest’ultimo subito sono sbarcati e sono sulle tracce dello scomparso, ma è più pericolo l’arrivo di Judge Dredd e dei suoi compagni, pronti a “giudicare” a suon di piombo caldo.
Torna dunque il mitico Predalien nato dal videogioco Aliens vs Predator 2 (2001), che stavolta dovrà vedersela con un avversario degno di lui: quel Dredd che tanta sfortuna ha avuto al cinema ma che da tanti anni diverte i lettori a fumetti. E che già altre volte ha affrontato sia Aliens che Predator. È proprio con questi ultimi che il giudice si allea per affrontare sia gli xenomorfi che le immonde creature di Reinstöt.

Il 2016 è stato anche l’anno in cui si è concluso il più incredibile degli scontri: Aliens vs Vampirella, in cui la Dark Horse presta alla Dynamite i suoi xenomorfi.
Sotto il suolo di Marte viene ritrovata una città vuota, perfettamente funzionante, forse costruita da un’antica misteriosa civiltà. Le iscrizioni sono in “vampiresco” così è abbastanza ovvio chiamare la vampira più famosa del mondo dei fumetti. Vampirella sbarca su Marte e accetta di guidare una spedizione umana nella città che sembra appartenere ad un’antica razza di vampiri di Marte, ma quando si ritrovano tutti incastrati in una strana stanza piena di quelle che sembrano enormi uova... la situazione si fa subito mortale.
Malgrado l’accostamento di due personaggi che non sembrano avere nulla in comune, o forse proprio grazie a questo, la serie è divertentissima e vedere la storica Vampirella scontrarsi con una Regina Aliena alata è davvero una forte emozione.





Per le storie inedite di Aliens questo è tutto, ma va ricordato che per festeggiare i trent’anni di questi fumetti la Dark Horse Comics ha ristampato in formati pregiati i primi due volumi della trilogia di Mark Verhaiden, all’epoca uscita anche in Italia per PlayPress: la meravigliosa storia di Newt ed Hicks a dieci anni di distanza dagli eventi del film Aliens, romanzata poi da Steve Perry in tre libri di cui solo due usciti da noi per Sperling&Kupfer. Una storia meravigliosamente bella ma troppo costosa per vederla mai in un film: molto meglio i fumetti, in questi casi!

INTERVISTA CON BRIAN LEBLANC

Sono sempre contento quando riesco a proporvi una nuova intervista. Con oggi poi allarghiamo ulteriormente il campo d'intervento di questo blog. L'intervistato odierno infatti è  Brian Le Blanc un bravo illustratore statunitense, appassionato di horror e fantasy e specializzato nella realizzazione di cover per fumetti ed illustrazioni per giochi di ruolo. L'intervista è uscita- anche se non in contemporanea- su Nocturnia e su Italian S &S, il gruppo gestito da Alessandro Iascy (che ringrazio per questa occasione e per avermi messo in contatto con l'artista)
Voglio anche ringraziare Brian Le Blanc ( QUI trovate il suo sito) per la sua gentilezza e per la sua disponibilità e ci tengo anche a scusarmi per il ritardo nella pubblicazione dell'intervista.
Le illustrazioni presenti in questo post sono tutte realizzate da Brian Le Blanc ( copyright degli aventi diritto)
A tutti voi auguro una buona lettura, attendo i vostri commenti.

(For english version scroll down )

Nick:  Ciao Brian benvenuto su Nocturnia e su Italian S& , è un piacere averti nostro ospite. Come prima domanda ti chiedo di parlarci del momento in cui hai deciso di diventare un illustratore e disegnatore

Brian LeBlanc:  Prima di tutto, grazie per avermi voluto ospitare. Ho sempre saputo che ero destinato a fare arte per riviste o fumetti sin da quando ero un bambino. Ho sempre detto a me stesso e gli altri che era quello che desideravo fare. Così, quando ho avuto la possibilità ho presentato i miei lavori, e ho cominciato a lavorare come freelance.

Nick:  Guardando le tue illustrazioni si notano chiaramente alcune influenze: a parte l'evidente lezione di Frank Frazetta, mi sembra di ritrovare anche echi di artisti come il britannico Simon Bisley, ma quali sono stati gli artisti che ti hanno influenzato maggiormente? Naturalmente puoi citare disegnatori di fumetti, grafici, movimenti artistici e tutto quello che ti viene in mente.

IN THE YEAR 2017!

E così ci siamo!
Natale è passato, l'epifania tutte le feste ha portato via e con essa se n'è andato definitivamente il 2016. Un anno pieno di lutti di grandi artisti e che definire  complesso e difficile è dir poco.

Prima della fine del 2016 ero stato tentato di scrivere una sorta di bilancio su quanto successo, poi per mancanza di tempo ho lasciato perdere però è giusto che qualcosina la dica anche io in proposito.
Dal punto di vista personale l'anno appena trascorso ha segnato la fine definitiva del mio rapporto con il mio precedente luogo di lavoro: terminata ogni forma di sostegno al reddito, chiusi tutti i residui legami con quella vita, morta quell'azienda.
Un nuovo gruppo ha riassorbito parte della vecchia dirigenza e della forza lavoro, ma il sottoscritto e tanti altri ne sono rimasti fuori.
Legittimo ovviamente, sono abbastanza vecchio e smaliziato da sapere che tutto questo fa parte delle rutilanti leggi del mercato globale.

Però in un certo senso è stato istruttivo.
 Così come è stato istruttivo assistere al comportamento di tanti ex colleghi C'è stata gente - persone venute più volte a mangiare a casa mia; "amici" che fino al giorno prima mi riempivano di  telefonate per consigli, richieste di aiuto o più semplicemente di informazioni sindacali, che una volta assunti dal nuovo gruppo sono semplicemente spariti dalla circolazione fingendo perfino di non conoscermi se ci si incontra in mezzo alla strada
Così come allo steso modo ci sono state persone (anche inaspettate) che hanno agito in maniera del tutto disinteressata continuando a comportarsi come prima.
Istruttivo, dicevo visto che perlomeno dal punto di vista umano tutta questa esperienza è servita al sottoscritto come dimostrazione dei lati peggiori e di quelli  migliori delle persone.
Ed anche per comprendere chi mi era stato veramente amico in tanti anni e chi invece si era semplicemente fatto i cazzi suoi.
Da più parti si dice e si ripete che quello che non ci uccide ci rende più forti, nel mio caso assistere alla fine di un rapporto lavorativo, con tutti i suoi difetti ma con tutte le sue stabili sicurezza che ha impegnato ben 16 anni della mia vita, beh ...mi ha fatto sentire semplicemente più piccolo, vulnerabile ed isolato.
Non sono più abituato a mettere nero su bianco elementi della mia vita privata sul blog e mi scuserete se lo faccio adesso ma questo servirà a spiegare meglio alcune cose che dirò più avanti

Ad ogni modo - ed è questa la buona notizia - il 2017 si apre decisamente in maniera positiva con l'arrivo di un piccolo contratto (un mese di lavoro) che senza dubbio servirà non solo a rimettermi in gioco ma anche per aprire un nuovo ciclo della mia vita.
Bisogna sempre essere positivi e propositivi , no?

Per quanto invece riguarda il blog, paradossalmente invece, il 2016 è stato un anno a tinte decisamente piacevoli con le visite in continuo aumento mese dopo mese e la soglia delle cinquecentomila visualizzazioni totali infranta da poco. Ho letto di meno l'anno scorso ma quasi tutte opere di buona qualità, ho visto qualche serie televisiva in meno ma qualche film in più compresi diversi classici del genere.
Non so ancora dire se questa tendenza continuerà anche quest'anno, non faccio previsioni.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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