IL DOSSIER COMPLETO SUL VAMPIRO DI HIGHGATE.


Probabilmente è uno dei post più belli che siano mai apparsi su Nocturnia, però mi sono reso conto di non averlo mai raccolto in un unico Dossier.
In questi mesi è capitato spesso, più di quanto avrei voluto, di venire a sapere di persone che avevano letto il primo capitolo della storia, perdendosi gli altri due.
Cerco di recuperare adesso, vorrei avere vicino qualcosa che mi ricordi sempre cosa rappresenta per me lo scrivere e il comunicare.
Specialmente in questa fase così complicata della mia vita.



A scrivere i post siamo stati in due, io e il Fra Moretta. Con una ripartizione semplice: io ho scritto integralmente il primo capitolo, Fra ha scritto completamente il secondo ospitandolo da THE TRALFAMADORE CONNECTIONil suo vecchio Blog, solo con terzo capitolo abbiamo sparigliato le carte, divertendoci oltretutto parecchio nel farlo. In questo caso ci siamo divisi il lavoro, ognuno ha scritto le sue parti ma all'interno dello stesso articolo.

Ecco, quindi i link degli articoli.
Ricordate, però, questa almeno in parte è una storia vera.
Sta a voi decidere in quale parte.
E fino a quale punto,


- LO STRANO CASO DEL CIMITERO DI HIGHGATE. Prima Parte.

-LO STRANO CASO DEL CIMITERO DI HIGHGATE. Seconda Parte. 
(A.K.A IL VAMPIRO DI HIGHGATE: IL POST RITROVATO)


- LO STRANO CASO DEL CIMITERO DI HIGHGATE. Epilogo.





Adesso ci sarebbe la voglia di dedicarsi a qualche altro mistero, un ideuzza già ci sarebbe, però, nel caso: voi avete suggerimenti?


ADDENDUM DEL 11/09/2015.

Dal momento che Fra Moretta ha chiuso i suoi siti e ha deciso di mettere offline tutti i suoi articoli per evitare che anche la sua parte degli interventi sullo Strano Caso del Vampiro di Highgate seguisse lo stesso destino mi ha passato la sua seconda parte per la ripubblicazione su Nocturnia
 Adesso la Seconda Parte è nuovamente disponibile con il titolo IL VAMPIRO DI HIGHGATE: IL POST RITROVATO.

DUE NOTE SULLA CRITICA PRIMA CHE SCENDA SERA.


Continuo a vedere cose strane in rete, magari sbaglio io che sono eccessivamente paranoico e problematico, però vi rimando a QUESTO post di Davide Mana e a QUELLO scritto da Alex McNab, che mi danno l'occasione di potermi soffermare su un argomento, quello della "critica" in rete, su cui ho avuto sentimenti ambivalenti sin dalle prime volte -correva l'ormai lontano anno 2009- in cui mi avvicinai al variegato e rutilante mondo dei blogger. Sensazioni ambivalenti, dicevo, perchè in quelle prime volte trovai tutto e il contrario di tutto: da alcune parti riscontrai atteggiamenti piacioni oserei dire "in ginocchio" verso l'oggetto della recensione, mentre in altri casi assistetti a giudizi fin troppo aggressivi, quasi in maniera compiaciuta, tesi non al ragionamento, allo scambio di opinioni ma alla distruzione dell'opinione avversa.
Per fortuna trovai anche commentatori ragionevoli ed equilibrati: gente come Iguana Jo, come Alex McNab e come Davide Mana con cui condivido la spesso opinioni e anche quando nei casi in cui questo non succede, avviene sempre nell'ambito del rispetto e i cui siti v'invito a leggere ogni volta che potete.

-PICCOLA DOVEROSA PREMESSA.
In questo caso, due di quei siti, tramite gli articoli che ho linkato mi hanno dato anche la possibilità di poter affrontare un argomento che mi sta a cuore, da sempre.
L'Aspetto recensivo della nostra piccola attività.
E adesso arriva l'avvertenza!

Utilizzo i due post, di cui in linea generale condivido quasi tutta l'impostazione a livello di principio, per fare un analisi generica. Prescindendo in questo da tutti gli eventuali casi specifici scatentanti, non m'interessa quindi intervenire su un singolo caso, nè di attaccare qualcuno in particolare. Quello m'interessa è il discorso per linee ampie e per vie di principio.
Consideriamolo un discorso da serata Estiva, poi ognuno deciderà dentro casa sua il tipo di serata che vuole, in "questa" casa mi piacerebbe che si adottassero, così come si è sempre fatto, i toni della discussione civile,per questo vi dico subito che terrò fuori dalla porta gli eventuali Troll e ogni eventuali flame e compagnia cantando.



Certo, però per onestà intellettuale, è giusto che ribadisca la mia posizione: io sono in questo caso, quasi sulla stessa linea di quello enunciato in via generale dai due articoli linkati; ho detto quasi, perchè ognuno ha la sua indipendenza di pensiero e deve averla sempre! Senza dimenticare poi, da che mondo è mondo,che le idee migliori sono giunte dagli scambi di idee diverse effetuate rispettando l'altra persona
Qualcuno ha parlato di Evoluzione? Qualcuno ha parlato di confronto?

E la critica non fa eccezioni, una critica onesta serve a tutti: è utile allo scrittore per conoscere il pensiero di chi ha letto il suo libro, serve ad altri lettori per orientarsi nelle scelte future o per conoscere meglio il testo che si desidera comprare, in linea teorica dovrebbe servire anche agli editori per comprendere meglio le tendenze del mercato.
Almeno così dovrebbe essere.

Ma stiamo parlando di critica vero?
Non solo parliamo anche dei modi con cui viene effettuata.
Non entro nei dettagli di casi pratici, non è certo quello che m'interessa. A me interessa capire le cose...il fatto che poi non sempre ci riesca, beh...quello è un altro paio di maniche.
Diciamo subito che la critica serve,che va fatta possibilmente essendo onesti, anche con i propri amici, che non deve essere falsata da piaggerie, da condizionamenti di sorta o da legami di appartenenza ad un gruppo o ad un altro.
Però spesso dimentichiamo che il nostro non è un giudizio assoluto, dimentichiamo anche che non potrà mai esserlo.
Ognuno di noi è una piccola isola, ognuno di noi ha idee, gusti, esperienze formative e preferenze differenti. Un senso della ragione assoluta non esiste.
Allo stesso modo non esiste un concetto o un canone universale del Gusto e della Bellezza.
E mi dispiace per questo, perchè sarebbe una cosa goduriosa poter avere dei canoni di riferimento ben precisi. Però semplicemente non è così.
Una cosa che potrebbe ragionevolmente piacere a me altrettanto ragionevolmente potrebbe lasciare perplesso, o ancora peggio disgustare un altra persona.
E' la vita; in questa maniera funzionano le cose, che ci piaccia o no, viviamo in un mondo imperfetto e indeterminato.



-PICCOLO ESEMPIO PERSONALE.
Per fare un esempio terra terra, sempre da appassionato di fantascienza, in quanto tale io dovrei adorare Philip K. Dick...dopotutto Philip K. Dick piace a a tutti i lettori di fantascienza, non è vero?
Invece a me Dick, per molte ragioni, non ultima la divinizzazione post-mortem lascia totalmente freddo- mi sembra di vedere tutte le vostre espressioni sconvolte ed angosciate- ma io a Philip K. Dick preferisco altri scrittori.
Non per questo mi viene da dire male di Dick come autore e come uomo in maniera assoluta e non significa nemmeno che io abbia torto nei miei pareri e il resto del mondo abbia ragione ...o peggio che io abbia visto giusto mentre il resto del mondo sbagli clamorosamente.


Ma allora chi è che ha la ragione? Chi è che possiede le risposte giuste?
Semplice, tutti abbiamo ragione, ma la nostra non è una ragione universale e totalizzante,proprio perchè siamo almeno sette miliardi di persone ognuna differente dall'altra. Per questo motivo io potrei al massimo consigliare una cosa che è piaciuta a me (e lo stesso vale per quello che ho odiato), non certo darne una definizione positiva o negativa in senso assoluto che valga per tutte quanti gli altri. Alla fine rimarrà sempre un parere soggettivo.
O come diceva mia madre, meglio fidarsi di chi ha dubbi piuttosto di chi manifesta solo certezze.


Ma non è solo questo, per come la vedo io,in una qualsiasi analisi, non conta solo quello che si dice ma come lo si dice: la Critica per sua stessa natura affronta l'opera di altri esseri umani, non a caso Davide insiste molto sulla parola Empatia e su questo condivido in pieno -sempre per come la vedo io ,attenzione !- non mi piace leggere critiche solo sulla base di una pedissequa e sterile sequela di regole, di codici, di stilemi creati da altri.
Non solo perchè i codici e gli stili variano col tempo e con le locazioni geografiche, e ricordiamo alle volte si possono anche infrangere, ma anche perchè la manifestazione di una critica, o se preferite un giudizio, non è una questione di matematica quanto piuttosto di sensazioni.
Ma qui torniamo alla considerazione iniziale, quella sul fatto che non esistono certezze universali.
Da questo non si scappa.


Però, c'è un ultima cosa che dovremmo considerare e di cui sempre più spesso ci scordiamo: cioè che noi, in rete, non siamo Critici.
O Cvitici, se preferite.
Noi siamo solo lettori, magari lettori appassionati, magari lettori informati, magari lettori attenti...ma semplicemente, non siamo Critici.
Non ci possiamo arrogare questo titolo, nessuno ce lo deve affibbiare.
Non possiamo ritenere in alcun modo di essere i depositari della ragione universale.
Perchè non lo siamo.
Anzi se c'è una cosa che siamo di sicuro, è il fatto di essere effimeri: se uno qualsiasi di noi smettesse di scrivere oggi, tra un mese o due non se lo ricorderebbe nessuno; non ci sono piedistalli nè divinità. Meno che mai dei profeti.

E mi dispiace, se dicendo questo magari distruggo le illusioni di qualcuno.

Certo possiamo discutere delle nostre idee,è giusto farlo, ma non deve nè dovrà mai essere una discussione prevenuta o preconfezionata.
Quello che sarebbe bello poter fare sarebbe rompere tutte queste contrapposizioni, col clima da assedio, con la concezione del noi contro loro, ma anche con l'idea del chi non la pensa come me, o non scrive come vorrei io è dalla parte del torto.
.

Dovrebbe interessarci il confronto, non lo scontro.
Certo io sono un illuso, quello che mi rimprovera spesso chi mi conosce, è proprio il fatto che mi comporto come un fottuto idealista; o perchè magari, alle volte cerco di costruire i ponti invece di distruggerli
.
E nella parola confronto dovrebbe essere implicito anche il concetto che il recensore non dovrebbe partire convinto di avere per forza ragione, dovremmo rivendicare il diritto ad ammettere di esserci sbagliati.
O capire che cambiare idea di tanto in tanto, senza aggrapparsi rigidamente sulle proprie convinzioni, non significa per forza incoerenza quanto piuttosto il diventare persone più mature e consapevoli.



Anche perchè, forse nessuno se ne sta accorgendo, ma la notte sta scendendo sul serio. Dovremmo capirla una volta per tutte: i dogmi ci hanno solo fatto del male.In tutti i campi dello scibile umano.
- I Dogmi ci hanno fatto credere che la Terra fosse piatta e che il Sole girasse attorno a lei.
- I Dogmi hanno massacrato Wegener quando ha esposto per la prima volta la sua Teoria della Deriva dei Continenti.
- I Dogmi ci hanno detto che il Celacanto era un animale estinto da millenni.
E questo vale anche per quella Boccia per Pesci Rossi che è il nostro ambiente di Bloggers.

Dovremmo provare ad esercitare l'arte del dubbio, coltivare la relatività delle opinioni, rispettare la persona (e per persona, intendo quell'essere con due gambe, due braccia, due occhi un naso e una sua sensibilità)su cui esercitiamo il nostro legittimo diritto di recensione capendo, che non per questo saremmo meno fighi. Anzi.
Dovremmo ricordarci sempre che le nostre sono solo opinioni soggettive e che potremmo anche esserci lasciati sfuggire qualcosa, perchè non siamo organismi perfetti.
E di sicuro non dovremmo compiere attacchi alle persone.


O come diceva mia madre, dovremmo cercare il dubbio non la ragione ad ogni costo.

SULLE RIVE DEL TEMPO : TALKING ABOUT ROGER MACBRIDE ALLEN.


Roger MacBride Allen nasce nel Connecticut cinquantacinque anni fa, sin da subito respira l'odore della carta stampata: suo padre Thomas B. Allen, infatti è uno scrittore molto famoso negli Stati Uniti, uno storiografo per essere precisi, specializzato in analisi della Guerra di Secessione Americana da punti di vista atipici.
Thomas scriverà anche un libro-evento: POSSESSED, ricostruzione di un esorcismo realmente tenuto nel 1949 negli USA, evento narrato dallo scrittore con un punto di vista neutrale sulla base delle testimonianze delle persone coinvolte e dal diario del prete che lo effettuò.
Dallo stesso caso William Peter Blatty, avrebbe tratto ispirazione per la stesura dell' ESORCISTA.


Roger, pur collaborando spesso col padre, decide di crearsi un suo personale ambito d'interesse, se il padre trova le sue ispirazioni dallo studio della storia e della realtà, il figlio si specializzerà nei reami dell'immaginazione.
In particolare nella Science Fiction.

Quella di Roger MacBride Allen è però una science fiction molto documentata, dove la parola Science predomina sulla parola Fiction. Il suo nome, assieme a quelli di Gregory Benford; David Brin;Jack McDevitt e Allen Steele, sarà associato al ritorno nelle librerie della Fantascienza Tecnologica tra gli anni Ottanta e Novanta.

Due sono gli elementi che ricorrono spesso nella narrativa di MacBride Allen, il primo riguarda lo scorrere del Tempo, con le sua applicazioni, i suoi sconvolgimenti e i suoi effetti nell'ambito dell'esplorazione spaziale. Più spesso lo scrittore concentra la sua attenzione sulla Teoria dei Wormholes, i tunnel iperspaziali che, se realizzati, potrebbero avvicinare punti anche molto distanti tra loro dello Spazio-Tempo.


Il suo ciclo più famoso, quello della Hunted Earth (tradotta in Italia come " La Caccia alla Terra") infatti, si concentra proprio sui wormholes. Nei due romanzi del ciclo: RING OF CHARON (L' Anello di Caronte) del 1991 - tradotto su Urania Argento # 12 e il suo seguito SHATTERED SPHERE scritto nel 1994- e arrivato nel nostro paese in un numero speciale di Urania, narrano di una specie aliena- dagli scopi ancora più misteriosi, che letteralmente "preleva" il nostro pianeta trasferendolo dietro una barriera inaccessibile assieme ad altri pianeti simili al nostro. Entrambi i Romanzi poi si soffermano su un indovinato e variegato gruppo di personaggi che cercheranno di riportare la Terra al suo posto o perlomeno di poter riaprire la strada verso il nostro mondo.
Un terzo romanzo, non necessariamente collegato al Ciclo, ma ambientato nello stesso universo narrativo FARSIDE CANNON risalente al 1988 è tutt'ora inedito nel nostro paese.


Il Tempo è invece il leit motiv, il vero protagonista di Chronicles of Solace, trilogia cominciata nel 2000.
Ma Chronicles of Solace è anche la storia di un ripiegamento, di una sconfitta per l'umanità.
la nostra razza in un lontanissimo futuro si ha colonizzato diversi mondi lontanissimi tra loro, ma la terraformazione di tutti questi pianeti è stata effettuata in maniera errata e gli ecosistemi si stanno disgregando. Anton Koffield, il protagonista della saga, cerca di dimostrare la verità, mentre uno dei responsabili dell'errore, il magnate Oskar De Silvo tenta d'insabbiare il tutto.
Rimane solo un problema: dove portare i miliardi di esseri umani che vivono nei vari sistemi stellari che stanno morendo.




Il primo romanzo THE DEPTHS OF TIME è stato presentato da Urania#1417 col titolo Le Astronavi del Tempo, mentre il secondo capitolo THE OCEANS OF YEARS a suo tempo si meritò il fascicolo speciale numero 22 col titolo L'Oceano del Tempo.
Il romanzo conclusivo THE SHORES OF TOMORROW del 2003 risulta tuttora inedito nel nostro paese.

Ma limitarsi solo a queste due serie sarebbe riduttivo e non renderebbe giustizia allo scrittore. MacBride Allen è conosciuto nell'ambiente fantascientifico anche per diversi romanzi dedicati all'universo di Star Wars ma anche e sopratuttto per la trilogia di Caliban, in cui riprende i Robot e tre leggi di Asimov implementandole ed aggiornandole.
I tre romanzi : Calibano; Inferno e Utopia, che sarebbero stati ispirati dallo stesso Isaac Asimov, sono tutti e tre disponibili per Mondadori nella Collana Superblues.

Anche di questa influenza, vera o presunta, parleremo con lo scrittore nell'intervista che sto traducendo in questi giorni e che spero di potervi presentare tra venerdì e lunedì prossimo.

STAY TUNED !

Quest' intervista come tutte quelle che l'hanno preceduta e come tutti gli articoli di questo blog sono protette da licenze Creative Commons.


L'ORIGINALE E LA PARODIA.

Il precedente post su FRANKENSTEIN JR ha riscontrato un certo successo, segno che l'opera di Mel Brooks attira, ancora a distanza di anni,molti appassionati. Tuttavia, come scrivevo, la vera bravura del regista e dei suoi attori consistette nell'appropriarsi, stravolgendoli debitamente, di diversi elementi utilizzati in molti film "de paura" precedenti.
Se avrete la voglia di seguirmi- il post è lungo perfino per i miei standard abituali- stavolta parleremo di alcuni personaggi delle pellicole originarie facendo i debiti confronti con le loro parodie.
Si parte.


- LA MOGLIE.

L'Originale.


Da dove nascono gli archetipi?
Ecco una prima risposta.
Ne BRIDE OF FRANKENSTEIN (La Moglie di Frankenstein -1935) s'immagina un(im)probabile seguito del FRANKENSTEIN, che tanti soldi aveva fatto finire nelle casse della Universal.
Il Dottor Henry Frankenstein giura a sè stesso che non ripeterà mai altri esperimenti sennonchè un altro scienziato pazzo, il Dottor Pretorius lo obbliga a creare una seconda Creatura, stavolta di sesso femminile, per farla accoppiare col mostro, che in realtà è sopravvissuto.
Forse il miglior film del gruppo.
Ad interpretare la Moglie venne chiamata Elsa Lanchester (1902-1986) la prima dei tanti artisti britannici che incontreremo in questo post, la Lanchester in realtà interpreta due ruolo in questa pellicola, dal momento che nel prologo veste i panni della scrittrice Mary Shelley mentre spiega a degli attoniti ma affascinati Percy Shelley e Lord Byron la sua idea per il seguito della storia.

Elsa Lanchester, ebbe una lunga carriera prima in film del Terrore poi come interprete di pellicole e serie Tivù di ispirazione Disneiana, spesso in ruoli da svampita.


La Parodia.


Visto da dove deriva l'idea della striatura nei capelli?
Brooks e Wilder non lasciarono niente al caso, ogni loro idea, ogni loro battuta derivava da una lunga frequentazione del Ciclo di Frankenstein originale della Universal degli anni Trenta-Quaranta.
Anche il ruolo di Elizabeth la fidanzata di Frederaik Frankenstiin, ha una sua logica da citazione-omaggio.
Per il ruolo di Elizabeth venne chiamata l' Attrice di Boston,Madeline Kahn (1942-1999).
La Kahn, donna di gran fascino e dotata di fine umorismo, fu una collaboratrice abituale di Mel Brooks ed apparì in almeno quattro film del regista; in seguito però preferì dedicarsi all'attività teatrale riuscendo a vincere anche diversi premi importanti.
"Taffetà Cari !!!"


- YGOR.

L'originale.


Ygor o Igor è un criminale gobbo che si finge amico del Mostro di Frankenstein,allo scopo di vendicarsi degli abitanti del villaggio. Anni prima, infatti l'uomo era stato accusato ingiustamente e condananto all'impiccagione, riuscito a sopravvivere perseguiterà con l'aiuto della creatura i suoi antichi accusatori.
L'altro scopo recondito di Ygor, sarà quello di tentare di convincere i figli del Barone Von Frankenstein, prima Wolf e poi Ludwig, di trapiantare il suo cervello in quello del mostro allo scopo di continuare la sua vendetta.
Ygor compare in due film :THE SON OF FRANKENSTEIN del 1938 e nel suo seguito realizzato nel 1942 THE GHOST OF FRANKENSTEIN (In Italia circola sia come Il Terrore di F. che come Il Fantasma di F.)
Ad interpretare il villain venne chiamata l'icona del Terrore Bela Lugosi(1882-1956); non basterebbero mille pagine per parlare dell'importanza di Lugosi nel Cinema, basti dire che inizialmente, prima che fosse scelto Boris Karloff, fu proposto a lui il ruolo della Creatura nel primo film della serie, ma il Divo di origine ungherese rifiutò sdegnosamente ritenendo quel personaggio inadatto a lui. Solo nel 1943 quando la sua carriera già cominciava a scricchiolare, si rassegnò ad interpretare il Mostro nel quinto film della serie FRANKENSTEIN MEETS THE WOLF MAN.

La parodia.


Impossibile non riconoscerlo.
Igor è senza ombra di dubbio il ruolo più famoso interpretato da Marty Feldman (1934-1982).
Londinese purosangue, Feldman oltre che attore è stato anche regista, sceneggiatore nonchè autore di testi tealtrali. Inutile dire che parte della sua fortuna derivava dal volto bizzarro e asimmetrico, l'attore però non era nato così: una combinazione di problemi di tiroidismo unita a un naso rotto da un pugno durante una gara di Boxe e ua un incidente stradale giovanile, lo resero come lo abbiamo conosciuto sul set di FRANKENSTEIN JR .
Quando si dice il destino.
E comunque si pronuncia Aigor !!!

- L'ISPETTORE.
L'originale.


L 'Ispettore Krogh compare nel terzo film della serie THE SON OF FRANKENSTEIN (Il Figlio di Frankenstein ) del 1938, è un poliziotto che ha perso il braccio da giovane, letteralmente strappato via dalla Creatura. E' un personaggio molto positivo, che cerca di convincere Wolf von Frankenstein il figlio di Henry a non riprendere gli esperimenti del padre. Contemporaneamente cercherà di impedire i tentativi dei paesani di linciare Wolf e suo figlio Peter.
Krogh era interpretato dall'Attore britannico Lionel Atwill (1885-1946) specializzato in ruoli da cattivo in vari film horror; in seguito Atwill avrebbe interpretato tutti i successivi film della saga sia pure con ruoli diversi.

La Parodia.


Il mitico Ispettore Kemp era interpretato dal comico nonchè doppiatore Kenneth Mars (1935-2011), specializzato nel creare personaggi con curiosi accenti europei; Mars aveva debuttato nel primo film di Mel Brooks : PER FAVORE NON TOCCATE LE VECCHIETTE(1968),nel ruolo di un folle nazista; in realtà Kenenth Mars era un uomo molto gentile, amante dei bambini. Infatti si divertiva molto a doppiare i cartoni animati: a cominciare da I Pronipoti (1962) fino ai vari film dellla serie ALLA RICERCA DELLA VALLE INCANTATA,per concludere col personaggio di Re Tritone ne LA SIRENETTA (1989).
Adesso capite da dove Mars si era ispirato nel creare il suo Ispettore Kemp ?

"..Uno Sommosso, brutto, brutto, brutto...!!!"

Finito?
No; vi ho rotto gli zebedei finora, con i paragoni tra FRANKENSTEIN JR e i film originali
quindi il minimo che possa fare è di citare i film del Ciclo di Frankenstein realizzati dalla Universal.
A fianco troverete i nomi di chi interpretò il ruolo del Mostro nel film in questione.


- Frankenstein (FRANKENSTEIN, 1931). Boris Karloff
- La moglie di Frankenstein ( BRIDE OF FRANKENSTEIN, 1935) . Boris Karloff
- Il figlio di Frankenstein (SON OF FRANKENSTEIN, 1938). Boris Karloff.
-Il terrore di Frankenstein (THE GHOST OF FRANKENSTEIN, 1942). Lon Chaney Jr.
-Frankenstein contro l'uomo lupo ( FRANKENSTEIN MEETS THE WOLF MAN, 1943). Bela Lugosi.
-Al di là del mistero\ La Casa di Frankenstein( HOUSE OF FRANKENSTEIN, 1944). Glenn Strange.
-La casa degli orrori ( HOUSE OF DRACULA, 1945). Glenn Strange.
- Il cervello di Frankenstein (ABBOT & COSTELLO MEETS FRANKENSTEIN, 1948). Glenn Strange\Lon Chaney


E con questo, siamo veramente arrivati alla fine. Smetto anche perchè comincio a sentire una strana melodia di violino.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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